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il Nuraghe di S'URACHI è situato a Su Padru, una località nei pressi della piana alluvionale circostante Sanveromilis in provincia di Oristano.
PREMESSA:
Le pietre ci parlano, impariamo ad osservale attentamente per poter capire bene quale storia hanno da raccontarci.
Un ritrovamento degno di nota e approfondimenti;
(un chiaro ed evidente ringraziamento al dono della fertilità)
Questo particolare reperto è stato ritrovato in questo sito posto prono, si presenta volutamente asimmettrico, come si nota nella foto sottostante è un blocco parzialmente squadrato che misura 90 cm.
di altezza, 18 cm. di profondità nella parte superiore e 40 cm. nella parte inferiore, la sua larghezza massima è di 33 cm.
In bassorilievo si può notare il simbolo fallico, che inizia dalla base ad una distanza di 6 cm. e misuira nel totale 35 cm. di altezza, dove si distinguono continue, le differenti lavorazioni e sagomature tra il
corpo che misura 25,5 cm.di altezza e 7,5 cm. di spessore in congiunzione, la corona e la cappella che ne misurano 10 cm. di altezza e 8 cm. di spessore.
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questa rara tipologia di reperto rinvenuta e scoperta in questo sito Nuragico mostra segni di una lavorazione intelligente, accurata e mirata a simboleggiare la fertilità.
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- Si esclude possa essere una bugna perche non possiede una forma semi squadrata scabra e sbozzata in tutte le sue facce e quindi non potrebbe essere posato a regola d'arte.
- Si esclude possa essere un concio perche non possiede una forma totalmente squadrata in tutte le sue facce e quindi non potrebbe anche in questo caso essere posato a regola d'arte.
- Si esclude possa essere anche utilizzato come bugna o concio perche il blocco in questione non poteva essere poggiato senza creare fastidio su altre pietre, dato che la faccia anteriore del blocco in questione contiene il bassorilievo fallico sporgente, questa avrebbe certamente creato dei vuoti e squilibri, addirittura dissesti strutturali tra la posa di una pietra e l’altra, non si crede assolutamente che l’intelletto degli antichi e precisi costruttori si affidasse al caso e al disordine e che tanto meno fosse meno di quello dei costruttori di oggi.- Si esclude anche che sia uno stipite o parte di esso perche se posto lateralmente presentando l’elemento fallico in rilievo avrebbe ostruito il passaggio creando un elemento di fastidio, condizionando così la possibilità di ingresso in una abitazione o in ambienti di essa, si esclude anche che fosse piazzato all’ingresso di un abitazione frontalmente per questioni puramente di pudore se questo fosse di manifattura risalente almeno a 100 anni fà dove le rappresentazioni come questa erano bandite.
- Si esclude che sia uno stipite perche la sua sagomatura centrale in bassorilievo è sagomata arrotondata e tale da non essere comune agli stipiti comuni in più è interrotta a meno della metà del blocco mentre normalmente nei comuni stipiti la sagomatura in bassorilievo inizia e finisce coinvolgendo tutta la lunghezza del blocco.
- Si esclude una frattura da urto tra gli elementi corpo e corona o cappella perche mancherebbero pezzi importanti dalla sagoma fallica in questione, dato che le porosità (vuoto pieno vuoto) caratteristiche delle roccie basaltiche molto porose in cui le camere sono collegate l’una con l’altra, quindi dopo un urto salterebbero via dei pezzi in modalità netta esclusivamente nella zona dove è avvenuto l'urto, portando via così delle intere porzioni di sagoma per lo più a spigoli vivi o creste lasciando in più dei vuoti considerevoli e riscontrabili a occhio nudo.
- Si nota da una osservazione accurata, che la lavorazione arrotondata del intero simbolo fallico in questione, rispecchia i canoni di forma simili a quelli di un pene umano visto da una prospettiva laterale, analizzando più da vicino i singoli elementi che compongono il fallo, cioè la cappella e il corpo, presentano entrambe delle sagomature precise e continue in un tutt’uno, costituite da incavi contrapposti in corrispondenza della corona con sagomatura a 180°della sviluppo superiore su tutta la superficie prima di raccordarsi con il blocco parzialmente squadrato, questo raccordo continuo sagomato per mano umana tra corpo e corona o cappella è da non confondersi assolutamente con presunte fratture parziali o nette che in questo simbolo fallico non si notano e che se ci fossero state delimiterebbero il simbolo fallico in questione separando i due elementi che lo compongono, cioè, il corpo e la cappella.
- Si nota dalla accurata analisi 3D l'integrità attuale di tutto il blocco e al contempo il blocco presenta una deturpazione, frontalmente, presenta una frattura in basso a sinistra dove manca proprio un pezzo sicuramente asportato per causa di un urto.
- Si nota da una osservazione accurata che il blocco è ulteriormente lavorato nella sua base, proprio sotto il simbolo fallico semicilindrico si trova una sagomatura squadrata che stà ad indicare un possibile incastro su un altro elemento sagomato, ciò fà dedurre che il blocco in questione sia incompleto.
- Si esclude anche un possibile trasporto da Sanveromilis al sito di S’urachi, il blocco anche se fosse così come affermato da alcuni studiosi del nulla potrebbe con molta probabilità provenire sempre dallo stesso sito di S’Urachi, quindi è stato sostanzialmente rimesso nel luogo da dove era stato sottratto e generato in antichità.
- Si esclude la contraffazione visto i precedenti occultamenti, il blocco non si è mai spostato da quel posto, si denota tristemente che una mano oscura volutamente distratta nega l’esistenza evidente di questi simboli millenari presenti in forme e grandezze differenti in tutta la Sardegna e si rimarca l'ipotesi della possibile mancanza di un uleriore pezzo dove il blocco si incastonava o poggiava che completerebbe l'altare di questo simbolo della fertilità, sicuramente tale pezzo è da ricercarsi sempre nello stesso sito tra i materiali affioranti all'interno dell'area in questione.
- Si esclude una datazione della manifattura non compresa tra il 5000 a.c. e il 400 d.c. perchè non si sarebbero trascurati dei particolari per il taglio e la lavorazione che i macchinari o utensili a partire dal 1000 d.c. ad oggi avrebbero consentito di realizzare facilmente e in breve tempo senza stufarsi prima di terminare l'opera.
- Si comprende che l'avvento della civiltà Romana su quella Nuragica possa aver contribuito alla manifattura di reperti simili a questo oggetto di analisi.
- Il ritrovamento di altri elementi
simboleggianti lo stesso motivo fallico in bassorilievo che inneggia la
fertilità, potrebbe mettere in discussione tutte le affermazioni
fatte dal mondo accademico e di tutti quelli che
affermano o contestano l'originalità di un manufatto come questo, scolpito perfettamente in bassorilievo per lo più su la dura roccia basaltica da una mano pensante.
- Chiunque ha definito questa lastra scolpita in
bassorilievo in maniera accurata con mano intelligente e la ha definita una semplice
''bugna'' ha preso un enorme abbaglio, a meno chè l'affermazione non fosse una
tecnica per depistare
e sminuire l'origine del ritrovamento nel
contesto Nuragico di Sanveromilis.
- Si fà notare in breve questa analisi tecnica che questi signori del passato Sardo molto più avanti di quanto si possa pensarei non avevano di certo tempo da perdere.
Il materiale basaltico oggetto dei rari ritrovamenti successivi (SANILO e AIDOMAGGIORE) associabili per similitudine a quello di S'URACHI appartengono alla stessa tipologia di lavorazione in bassorilievo
dei reperti, ma con una differenza sostanziale che
mette in discussione la dversità della tecnica di lavorazione
dei differenti blocchi a causa del fattore compattezza o
porosità del materiale, comportando così una
difficoltà maggiore nel maneggiare un eventuale utensile in
''pietra o metallo'' utilizzato per cercare di scalfire e sagomare la
dura roccia basaltica, tanto dura ma molto fragile sè molto
porosa come quella di S'URACHI,
ancora oggi ci si pone un quesito su quale tipologia di utensile di
precisione sia stato utilizzato da chi in quell'epoca ha realizzato
questi manufatti senza arrecare vistosi danni o deformazioni al
risultato finale del lavoro eseguito per caratteristiche sui singoli e
differenti blocchi, oggi, nell'era in cui predomina l'innovazione
delle attrezzature da lavoro si può attribuire questa tipologia
di lavorazione ad un macchinario che mangia, sagoma e livella in
breve tempo qualsiasi tipo di materiale, la fresa CNC o il taglio LASER.
Il progetto MESSAGE chiede alle istituzioni a nome del popolo Sardo di dare una spiegazione valida a questo e a tutti gli altri ritrovamenti fatti nei pressi del nuraghe.
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Ci si chiede da anni, dove siano finiti i reperti fallici rinventi nel sito dal dott. Gigi Sanna nel 1998 ?
BLOG
Link blog Gianfranco Pintore
http://gianfrancopintore.blogspot.com/2009/04/ecco-i-falli-del-nuraghe-surachi.html?m=1
http://gianfrancopintore.blogspot.com/2009/04/nessun-culto-fallico-surachi.html?m=1
Link blog Maimone del Geometra Sandro Angei
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Il Gatto di Mont’e Prama è un opera simbolica creata dal movimento MESSAGE dedicata principalmente alla cultura Nuragica/Shardana intrecciata a quella
Egizia, due popoli estremamente avanzati, propensi entrambe all’innovazione e alla tecnologia, nell’area del Mediterraneo, (giusto per sfatare le dicerie che i Sardi nell’
epoca Nuragica e prè Nuragica non sapessero né progettare, costruire, navigare e tantomeno manipolare a piacimento oggetti e materiali, vedi le recenti scoperte che
attribuiscono al Nuragico anche la fusione e la manipolazione del vetro o dell’ossidiana ecc).