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Il complesso Nuragico di S'URACHI si trova nella terra dei ''GIGANTI'', la SARDEGNA, in passato culla della vita e di avanzata civiltà, 


il Nuraghe di S'URACHI è situato a Su Padru, una località nei pressi della piana alluvionale circostante Sanveromilis in provincia di Oristano.




Di proprietà comunale, attualmente (2021) si trova in un totale stato di abbandono come si può riscontrare a seguire da foto e video,

questo straordinario Nuraghe aspetta da oltre 30 anni di essere valorizzato e completamente dissotterrato.


PREMESSA:

Le pietre ci parlano, impariamo ad osservale attentamente per poter capire bene quale storia hanno da raccontarci.




Un ritrovamento degno di nota e approfondimenti;

(un chiaro ed evidente ringraziamento al dono della fertilità)


Questo particolare reperto è stato ritrovato in questo sito posto prono, si presenta volutamente asimmettrico, come si nota nella foto sottostante è un blocco parzialmente squadrato che misura 90 cm. 

di altezza, 18 cm. di profondità nella parte superiore e 40 cm. nella parte inferiore, la sua larghezza  massima è di 33 cm. 

In bassorilievo si può notare il simbolo fallico, che inizia dalla base ad una distanza di 6 cm. e misuira nel totale 35 cm. di altezza, dove si distinguono continue, le differenti lavorazioni e sagomature tra il 

corpo che misura 25,5 cm.di altezza e 7,5 cm. di spessore in congiunzione,  la corona e la cappella che ne misurano 10   cm. di altezza e 8 cm. di spessore.


Per questo particolare, raro reperto si ipotizza una manifattura di epoca  prè Nuragica 5000 a.c., il reperto sopra citato è attualmente rinchiuso presso il giardino del museo di Sanveromilis, 

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Come si può ben notare dalla foto soprastante la parte posteriore del blocco è parzialmente squadrata in tutto il suo sviluppo in larghezza e lunghezza, non è volutamente lavorata e squadrata come si può

osservare sia nella parte anteriore che laterale del blocco stesso.



  

               

VIDEO del ritrovamento simbolo fallico di S'URACHI

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questa rara tipologia di reperto rinvenuta e scoperta in questo sito Nuragico mostra segni di una lavorazione intelligente, accurata e mirata a simboleggiare la fertilità.

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- RELAZIONE TECNICO INTERPRETATIVA  -

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Da una attenta analisi visiva del tecnico qualificato a cui si riferisce il progetto MESSAGE sul secondo ritrovamento di simbologia fallica nei pressi del Nuraghe di S'URACHI, si escludono alcuni dei motivi riscontrati per cui questo blocco parzialmente e lavorato a sagome contrapposte in bassorilievo nella parte anteriore non può essere scambiato per materiale di risulta o come una semplice bugna, concio o stipite.

La natura tecnica delle qualifiche conseguite dal nostro referente (Tecnico per il recupero dei centri storici) consente al progetto MESSAGE oltre una rapida misurazione e renderizzazione del reperto, di non confondere forme, oggetti, materiali e tecniche di lavorazione, cioè la natura dei particolari che compongono i reperti in questione, quindi di poter effettuare anche una immediata analisi visiva del reperto, cioè di riscontrare nell’oggetto della segnalazione delle forme più o meno precise, leggermente asimmetriche, in entrambi le forme ( blocco - fallo) prese in considerazione separatamente. Viene quindi evidenziata la forma principale che ha caratterizzato questa pietra parlante in basalto divenuta per mano intelligente un blocco parzialmente squadrato, volutamente sagomato ad arte e scolpito in bassorilievo con un più che evidente simbolo fallico, costituito da due elementi corpo, corona e cappella i quali presentano entrambe distintamente forme differenti con arrotondamenti peculiari, il simbolo fallico è posto anteriormente nella parte inferiore centrale del blocco accuratamente lavorato nei suoi  più che evidenti e continui particolari che mantengono in armonia sinuosa la forma semi squadrata che contiene il bassorilievo, si tiene a precisare che il blocco è stato volutamente lasciato grezzo nella parte posteriore dove la base presenta un intaglio sagomato che rende il blocco orientato a 80° se poggiato su una porzione di terreno orizzontale, sicuramente ad un fine espositivo per adulare ed inneggiare la fertilità.

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ANALISI TECNICA:

- Si esclude che il trascorrere del tempo e l’avvento degli agenti atmosferici possa averne alterato la forma principale a tal punto da lasciare inspiegabilmente gli spigoli acuti del blocco con le sue forme squadrate e invece l’elemento fallico in bassorilievo ben sagomato e arrotondato in tutti i suoi minimi particolari, si ipotizza che il blocco sia stato lavorato con utensili o pietre più dure del basalto di cui è composto e solo una prova con il Carbonio 14 o altri tipi di esami più evoluti possano dare una risposta certa sia sull’epoca, sui materiali di lavorazione che sulla età effettiva del blocco stesso.

- Si esclude possa essere una bugna perche non possiede una forma semi squadrata scabra e sbozzata in tutte le sue facce e quindi non potrebbe essere posato a regola d'arte.

- Si esclude possa essere un concio perche non possiede una forma totalmente squadrata in tutte le sue facce e quindi non potrebbe anche in questo caso essere posato a regola d'arte.

- Si esclude possa essere anche utilizzato come bugna o concio perche il blocco in questione non poteva essere poggiato senza creare fastidio su altre pietre, dato che la faccia anteriore del blocco in questione contiene il bassorilievo  fallico sporgente,  questa avrebbe certamente creato dei  vuoti e squilibri, addirittura dissesti strutturali  tra la posa di una pietra e l’altra, non si crede assolutamente che l’intelletto degli antichi e precisi costruttori si affidasse al caso e al disordine e che tanto meno fosse meno di quello dei costruttori di oggi.

- Si esclude anche che sia uno stipite o parte di esso perche se posto lateralmente presentando l’elemento fallico in rilievo avrebbe ostruito il passaggio creando un elemento di fastidio, condizionando così la possibilità di ingresso in una abitazione o in ambienti di essa, si esclude anche che fosse piazzato all’ingresso di un abitazione frontalmente per questioni puramente di pudore se questo fosse di manifattura risalente almeno a 100 anni fà dove le rappresentazioni come questa erano bandite.

- Si esclude che sia uno stipite perche la sua sagomatura centrale in bassorilievo è sagomata arrotondata e tale da non essere comune agli stipiti comuni in più è interrotta a meno della metà del blocco mentre normalmente nei comuni stipiti la sagomatura in bassorilievo inizia e finisce coinvolgendo tutta la lunghezza del blocco.

- Si esclude una frattura da urto tra gli elementi corpo e corona o cappella perche mancherebbero pezzi  importanti dalla sagoma fallica in questione, dato che le porosità (vuoto pieno vuoto) caratteristiche delle roccie basaltiche molto porose in cui le camere sono collegate l’una con l’altra, quindi dopo un urto salterebbero via dei pezzi in modalità netta esclusivamente nella zona dove è avvenuto l'urto,  portando via così delle intere porzioni di sagoma per lo più a spigoli vivi o creste lasciando in più dei vuoti considerevoli e riscontrabili a occhio nudo.

- Si nota da una osservazione accurata, che la lavorazione arrotondata del intero simbolo fallico in questione, rispecchia i canoni di forma simili a quelli di un pene umano visto da una prospettiva laterale, analizzando più da vicino i singoli elementi che compongono il fallo, cioè la cappella e il corpo, presentano entrambe delle sagomature precise e continue in un tutt’uno, costituite da incavi contrapposti  in corrispondenza della corona con sagomatura a 180°della sviluppo superiore su tutta la superficie prima di raccordarsi con il blocco parzialmente squadrato, questo raccordo continuo sagomato per mano umana tra corpo e corona o cappella è da non confondersi assolutamente con presunte fratture parziali o nette che in questo simbolo fallico non si notano e che se ci fossero state delimiterebbero il simbolo fallico in questione separando i due elementi che lo compongono, cioè, il corpo e la cappella.

- Si nota dalla accurata analisi 3D l'integrità attuale di tutto il blocco e al contempo il blocco presenta una deturpazione, frontalmente, presenta una frattura in basso a sinistra dove manca proprio un pezzo sicuramente asportato per causa di un urto.

- Si nota da una osservazione accurata che il blocco è ulteriormente lavorato nella sua base, proprio sotto il simbolo fallico semicilindrico si trova una sagomatura squadrata che stà ad indicare un possibile incastro su un altro elemento sagomato, ciò fà dedurre che il blocco in questione sia incompleto.

- Si esclude anche un possibile trasporto da Sanveromilis al sito di S’urachi, il blocco anche se fosse così come affermato da alcuni studiosi del nulla potrebbe con molta probabilità provenire sempre dallo stesso sito di S’Urachi, quindi è stato sostanzialmente rimesso nel luogo da dove era stato sottratto e generato in antichità.

- Si esclude la contraffazione visto i precedenti occultamenti, il blocco non si è mai spostato da quel posto, si denota tristemente che una mano oscura volutamente distratta nega l’esistenza evidente di questi simboli millenari presenti in forme e grandezze differenti in tutta la Sardegna e si rimarca l'ipotesi della possibile mancanza di un uleriore pezzo dove il blocco si incastonava o poggiava che completerebbe l'altare di questo simbolo della fertilità, sicuramente tale pezzo è da ricercarsi sempre nello stesso sito tra i materiali affioranti all'interno dell'area in questione.

- Si esclude una datazione della manifattura non compresa tra il 5000 a.c. e il 400 d.c. perchè non si sarebbero trascurati dei particolari per il taglio e la lavorazione che i macchinari o utensili  a partire dal 1000 d.c. ad oggi avrebbero consentito di realizzare facilmente e in breve tempo senza stufarsi prima di terminare l'opera.

- Si comprende che l'avvento della civiltà Romana su quella Nuragica possa aver contribuito alla manifattura di reperti simili  a questo oggetto di analisi.

- Il ritrovamento di altri elementi simboleggianti lo stesso motivo fallico in bassorilievo che inneggia la fertilità, potrebbe mettere in discussione tutte le affermazioni fatte dal mondo accademico e di tutti quelli che 
affermano o contestano l'originalità di un manufatto come questo, scolpito perfettamente in bassorilievo per lo più su la dura roccia basaltica da una mano pensante.  

- Chiunque ha definito questa lastra scolpita in bassorilievo in maniera accurata con mano intelligente e la ha definita una semplice ''bugna'' ha preso un enorme abbaglio, a meno chè l'affermazione non fosse una tecnica per depistare 
e sminuire l'origine del ritrovamento nel contesto Nuragico di Sanveromilis.

- Si fà notare in breve questa analisi tecnica che questi signori del passato Sardo molto più avanti di quanto si possa pensarei non avevano di certo tempo da perdere.

Il materiale basaltico oggetto dei rari ritrovamenti successivi (SANILO e AIDOMAGGIORE) associabili per similitudine a quello di S'URACHI appartengono alla stessa tipologia di lavorazione in bassorilievo 

dei reperti, ma con una differenza sostanziale che mette in discussione la dversità della tecnica di lavorazione dei differenti blocchi a causa del fattore compattezza o porosità del materiale, comportando così una difficoltà maggiore nel maneggiare un eventuale utensile in ''pietra o metallo'' utilizzato per cercare di scalfire e sagomare la dura roccia basaltica, tanto dura ma molto fragile sè molto porosa come quella di S'URACHI, ancora oggi ci si pone un quesito su quale tipologia di utensile di precisione sia stato utilizzato da chi in quell'epoca ha realizzato questi manufatti senza arrecare vistosi danni o deformazioni al 
risultato finale del lavoro eseguito per caratteristiche sui singoli e differenti blocchi, oggi, nell'era in cui predomina l'innovazione delle attrezzature da lavoro si può attribuire questa tipologia di  lavorazione ad un macchinario che mangia, sagoma e livella in breve tempo qualsiasi tipo di materiale, la fresa CNC o il taglio LASER.





Il PROGETTO ''MESSAGE'' PER SCOPI CULTURALI  E TURISTICI PROMUOVE  ''IL FALLO DI S'URACHI'' OVUNCUE E COMUNCUE!



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- CARTELLONI PUBBLICITARI IN ORISTANO E PROVINCIA -






Render modello tridimensionale  finanziato e realizzato dal progetto MESSAGE XXX

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Modello 3D A.C. design replicabile in differenti dimensioni e materiali


                    
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Gadget promozionale del territorio Sardo, realizzato da A.C. design attraverso la stampa 3D con PLA riciclabile o resina con Basalto in granuli.

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Il progetto MESSAGE chiede alle istituzioni a nome del popolo Sardo di dare una spiegazione valida a questo e a tutti gli altri ritrovamenti fatti nei pressi del nuraghe.

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Ci si chiede da anni, dove siano finiti i reperti fallici  rinventi nel sito dal dott. Gigi Sanna nel 1998 ?






IN QUESTA STORIA UNA TRISTE NOTA DI DEMERITO VA' ASSEGNATA:


Al Sindaco di Sanveromilis (Luigi Tedeschi) il quale aveva illuso e assicurato dopo un breve incontro al progetto MESSAGE un reale interesse nel rendere fruibile il

ritrovato
per tutti gli appassionati e possibili turisti, negando così un possibile luogo di interesse comunitario, di attività museali e di guadagno per i cittadini locali,

cittadini ormai
stufi  di non riuscire ancora a vedere (da oltre 30 anni ad oggi 2022) il Nuraghe di S'URACHI completamente dissotterrato e fruibile.

Dai fatti il Comune detentore del Nuraghe nelle vesti del attuale Sindaco, si è limitato e disimpegnato solo ed esclusivamente  a sequestrare, spostrare, prima nel

giardino museale di Sanveromilis e poi non si sà bene dove il prezioso e raro reperto ritrovato, quindi, ancora una volta dopo le prime segnalazioni, si nega
all'umanità la

fruizione, lo studio e l'esistenza di questi straordinari reperti .



In questa straordinaria opera di ''lentezza burocratica'' sono compresi e coinvolti anche:


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 chi ha gestito direttamente il 
sito di S'URACHI sino al 2021 sottovalutando l'importanza dei ritrovati


- la soprintendenza ai beni culturali nelle vesti del responsabile alla tutela archeologica in Sardegna,


dalla quale ci si 
aspettavano approfondimenti, studi, interpretazioni e risposte celericerte dopo le diverse segnalazioni denunciate dal progetto MESSAGE .





- SPECIAL THANKS -



Si ringraziano per la disponibilità, l'impegno e l'interesse dimostrato verso la valorizzazione, tutela dei beni culturali appartenenti al territorio Sardo
:

La testata giornalistica e i giornalisti di Linkoristano di (Marco Enna), Informazione Oristano di (Alessandro Fiori),

la rivista
 Sardegna Antica (dott. Giacobbe Manca), l'architetto Paolo Margheritella





ARTICOLI


- I° Articolo segnalazione del 24 Aprile 2021  LINKORISTANO -

- II° Articolo segnalazione del 14 Giugno 2021  LINKORISTANO -
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BLOG

 

Link blog Gianfranco Pintore

http://gianfrancopintore.blogspot.com/2009/04/ecco-i-falli-del-nuraghe-surachi.html?m=1

 http://gianfrancopintore.blogspot.com/2009/04/nessun-culto-fallico-surachi.html?m=1

 

Link blog Maimone del Geometra Sandro Angei

https://maimoniblog.blogspot.com/2021/05/i-falli-di-suraki-bugne-e-mensoloni.html?m=1

 

Pagina su Facebook La sfinge nel Sinis

https://www.facebook.com/SfingeDelSinis/?ti=as

 

Pagina su Facebook Nurnet rete dei  Nuraghi

https://www.facebook.com/NURNET2013/?ti=as



Si ringrazia l'equipe di archeologi che nel 2022 si occopa direttamente e praticamente di studiare e riportare alla luce nuovi reperti dall'area acheologica di S'URACHI:


Peter Van Dommelen
e Damià Ramis

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Questi due illustri ricercatori (gli unici per il momento ad ascoltare e capire il reale valore dei ritrovati probabilmente rinchiusi in una stanza) dopo un attento e

ripetuto confronto di idee con i membri del progetto MESSAGE, hanno preso seriamente in
considerazione l'ipotesi attraverso un finanziamento pubblico o privato di

studiare in maniera più approfondita il ritrovamento dei simboli fallici nel sito di S'URACHI, a quanto affermato dagli stessi la loro ricerca sarebbe giustificata e

avvalorata dal ritrovamento di un ulteriore elemento simile in altri contesti Nuragici Sardi.


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Quindi -

di conseguenza rispetto a quanto affermato dai due ricercatori i tre successivi ritrovamenti di simbologia fallica effettuati dai membri del movimento MESSAGE nel

contesto Nuragico di SANILO, AIDOMAGGIORE
di SANTA BARBARA a Bauladu sarebbero la concreta testimonianza che il progetto MESSAGE aspettava da

tempo per far aprire alle istituzioni preposte un fascicolo a riguardo la tutela, lo studio e la rivalutazione degli usi e consuetudini culturali del antico popolo Nuragico in

Sardegna.



Da questa nuova ipotesi si richiede alla soprintendenza della Regione Sardegna inoltre una rivalutazione attenta e precisa, delle attività, della funzione, del posizionamento

strategico del Nuraghe rispetto alle capanne e a tutte le zone in cui si svolgevano attività quotidiane di vita, di culto
, approvigionamento e lavoro nei dintorni dei Nuraghe Sardi.


 



ALTRI RITROVAMENTI ''INNEGABILI'' DI SIMBOLOGIA FALLICA IN SARDEGNA



I blocchi rinvenuti ad Aidomaggiore e nel Nuraghe di SANILO si accostano molto al singolare ritrovamento fatto a S'URACHI dal progetto MESSAGE.





Blocco di SANILO Aidomaggiore (foto C-Mascia 1976)

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Blocco Nuraghe di SANILO Aidomaggiore (foto Alessandro-Fiori 2022)

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Il I° blocco in basalto ''non una bugna'' rinvenuto nel nuraghe di SANILO ad Aidomaggiore dal progetto MESSAGE nel 2022 mostra nella manifattura una impressionante

somiglianza con quello ritrovato a
 S'URACHI nel 2021 presentando a differenza un unico elemento composto in un tutt'uno con le gonadi, purtroppo il blocco scolpito da

una mano intelligente si presenta dopo 46 anni dalla sua prima  fotografia danneggiato, mostrando frontalmente due fratture nette e contrapposte nelle due estremità.






Anche il ritrovamento di questo blocco scolpito in bassorilievo è stato segnalato alle autorità, MESSAGE lo ha catalogatoattraverso un repertorio fotografico,

la misurazione precisa con una scansione tridimensionale


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Blocco di Aidomaggiore (foto Alessandro-Fiori 2022)


Il II° blocco in basalto ''non una bugna'' rinvenuto ad Aidomaggiore dal progetto MESSAGE nel 2022 mostra nella manifattura una impressionante somiglianza con quello

ritrovato a  
SANILO scolpito in bassorilievo da una mano intelligente si presenta dopo millenni senza alcun danno.

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Anche il ritrovamento di questo blocco è stato segnalato alle autorità, MESSAGE lo ha catalogato attraverso un repertorio fotografico,

la misurazione precisa con una scansione tridimensionale


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Blocco di Bauladu (foto Alessandro-Fiori 2022)


Il III° blocco in basalto ''e anche questa non una bugna'' rinvenuto nel nuraghe Santa Barbara a Bauladu dal progetto MESSAGE nel 2022 mostra nella sua manifattura

una sagomatura in rilievo ben delineata e scontornata, scolpita da una mano intelligente si presenta dopo millenni senza alcun danno.





Anche il ritrovamento di questo blocco è stato catalogato da MESSAGE attraverso un repertorio fotografico, la misurazione precisa con scansione tridimensionale






Menhir di Pattada (foto B.Sini)

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Menhir con simbologia fallica a Santa Cristina (foto Alessio-Contu)

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Menhir di Sorgono (foto Alessio-Contu)

Questi Menhir hanno la straordinaria particolarità di essere stati ubicati dalla civiltà Nuragica esattamente e incredibilmente al centro della Sardegna,

come abbiano fatto a determinare questa ubicazione riscontrabile oggi con attrezzature GPS resta ancora un grande mistero.

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Menhir di Tamburi Montresta (foto S.Melis)

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Complesso Nuragico Germanu realizzato in simbologia fallica a Fonni (foto B.Pinna)




Attraverso una donazione al ''museo del Sughero di Calangianus'' finalmente qualcuno può raccontare e far ammirare al turismo globale

il reperto ritrovato a S'URACHI
  







Fedele riproduzione tridimensionale manufatto
A.C. design realizzato in amalgama di Sughero Sardo e VTR


Recentemente dopo una campagna di scavo in alcune zone archeologiche della Gallura si è scoperta l'utilità nell'utilizzo del Sughero nei dintorni del Nuraghe come

sottofondo, una scoperta riscontrata per prima nel Mediterraneo, fatta dal popolo Nuragico,
con la finalità di poter coibentare le capanne ed evitare che l'umidità di

risalita del terreno influisse negativamente sulla vita all'interno delle capanne


 




IL MISTERO DEI GIGANTI NELLA TERRA SARDA



Dai primi del novecento ogni tanto è sempre spuntato nei giornali locali qualche articolo che indicava il ritrovamento di tombe nei pressi dei Nuraghe di, ossa o

scheletri di esseri umani giganteschi, casi singoli che darebbero per scontato l'ipotesi di singolari malformazioni genetiche.



 


Ma purtoppo per chi è scettico e nega l'esistenza di esseri straordinari (ALTISSIMI) vissuti in Sardegna milleni fà forse anche prima dei Nuraghe, esiste un libro che,

chiarisce a tutti coloro che hanno dubbi a riguardo la reale esistenza passata di esseri umani (senza malformazioni alcune) che potevano essere alti anche più di 6,5 metri, i

ritrovamenti in una zona tombale saranno spiegati attraverso le testimonianze oculari nell'intervista a seguire che parla di oltre 40 scheletri insieme, quindi non si tratta più di

un caso:






il libro oggi introvabile venne scritto dal dottor DANTE CASTI negli anni 80, questo, evidenzia la pubblicazione di foto e numerosi dati scientifici ufficializzati

dall'università di
Padova facoltà di antropologia, dati e foto riguardanti ritrovamenti di reperti archeologici di epoca Nuragica e resti umani a dir poco straordinari

rinvenuti dall'equipe capitanata dal dottor Casti presso alcuni Nuraghe e la chiesa di Santa Anastasia in località Sardara.




dati scientifici e misure decifrabili, espressi rigorosamente in millimetri



ritrovamento mandibola in oggetto 




spessori, diametri e lunghezze decifrabili da occhi esperti

   

 

arti di dimensioni differenti 




le incredibili testimonianze di chi ha lavorato nel cantiere di Santa Anastasia a Sardara, quindi, chi ha realmente visto e recuperato tutti ritrovamenti negli anni 70/80 e 90 

luogo in cui sono stati effettuati gli iniziali scavi che hanno portato alla luce tantissimi reperti tutti catalogati, un insieme che da solo alimenterebbe una
incredibile

area museale.



VIDEO




una copia del libro in versione cartacea e digitale è stata donata da MESSAGE alla biblioteca comunale di Oristano.




- SERRAMMANNA -

IL
''GIGANTE'' GUERRIERO NURAGICO 


- Recenti studi sugli Shardana

La Sardegna continua ad affascinare la ricerca storica anche fuori dalla misteriosa isola: questa volta, tra ipotesi e polemiche, la civiltà Nuragica sta

conquistando il territorio archeologico dell’antico Egitto con nuovi studi sui mitici Shardana a guardia del Faraone.


L’archeologo egiziano Mohammed Elsayfi ha esposto alla comunità scientifica un nuova versione storica secondo la quale “la mummia del generale Sobek Um

Shaf, comandante dell’esercito di Ramses II, svela che era biondo, e aveva la barba.


Ciò farebbe pensare che appartenesse a uno dei popoli del mare, di cui era composta la guardia personale del Re… forse Sardo.


Ramses II avrebbe fatto costruire un quartiere solo per omaggiare i Sardi a Menfi (Egitto) 3270 anni fa”.


- Serramanna la belva.


Già da anni, forti affermazioni sugli Shardana sono arrivate dalla Francia per mezzo dei libri dell’ egittologo Christian Jacq.


Secondo lo storico Francese il feroce guerriero Sardo Serramanna, che il faraone Ramses II volle a capo della propria guardia personale, nonostante

avesse superato i cinquant’anni di età non perse mai la propria imbattibile forza, conquistandosi  l’appellativo di  “belva” e “colosso”.


Nel primo libro della sua collana lo scrittore parigino riporta la scena nella quale un feroce guerriero al comando di una manciata di uomini armati sbarcò in

Egitto scontrandosi contro il vasto esercito del faraone.


Quest’ultimo, affascinato dalle grandi ''dimensioni'' e dalla tempra del condottiero, sconfitto l’invasore lo arruolò come sua guardia del corpo.


Nello stesso testo Jacq racconta di un successivo episodio nel quale il figlio del faraone, Merenptah, sfidò a duello il guerriero Serramanna per affermare il

proprio valore:

“Munito di una corazza articolata, di un elmo ornato di corni sormontato da un disco di bronzo e di uno scudo rotondo, il Sardo sferrava colpi di spada sullo

scudo rettangolare del figlio di Ramses II, costringendolo ad arretrare.


Il faraone aveva chiesto al comandante della sua guardia personale di non risparmiare l’avversario; dal momento che Merenptah voleva dare prova del proprio

valore sul campo di battaglia, non poteva sognare rivale migliore”.


Il mito che unisce la Sardegna alla civiltà dei faraoni trova altri riscontri


Nonostante la grande differenza di età lo scontro fra i due fu molto duro e gettata a terra la spada triangolare tipica degli Shardana, il guerriero Sardo sfidò

incredibilmente l’erede faraonico a pugni, caricandolo a testa bassa e mettendo così straordinariamente k.o. l’avversario.


Colpito da questa ennesima prova di forza e tecnica nel combattimento, Ramses II promosse Serramanna a capo dell’esercito Egizio con l’idea di rinnovarlo
militarmente.


Ovviamente, nei propri libri, lo scrittore Francese romanza la storia compiendo supposizioni, seguendo alcuni studi accademici, il mito che unisce la Sardegna alla

civiltà dei Faraoni sembrerebbe trovare sempre maggiori riscontri.


Due antichissime e misteriose
civiltà che un domani potrebbero svelare i più profondi segreti che avvolgono le cività che hanno ruotato intorno alle acque
d
el Mediterraneo, continuando ad affascinare gli studiosi e ad entusiasmare gli investigatori della storia indoeuropea.


Fonte:

https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/sardegna-egitto-shardana-guardia-faraone-234349/

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- CHI ERANO REALMENTE I NURAGICI -


- I Nuragici produssero il vetro e il ferro per primi nel Mediterraneo
!

Da recenti ritrovamenti in Sardegna esattamente a San Sperate nel 2018 è stata trovata una piccola forgia, quindi risulta che i Nuragici produssero e forgiarono per primi nell'area

del Mediterraneo il ''ferro'' e chissà quali altri metalli o leghe.


I Nuragici produssero il vetro prima di Egizi e Fenici: chiunque sia mai stato nella giara di Siddi, in Marmilla, sa che si tratta di un luogo magico, un tavolato vulcanico

lungo e stretto costellato di nuraghi edificati in posizione strategica lungo tutto il perimetro, ai margini di pareti scoscese di 300 metri.


E se finora i siti più conosciuti erano il complesso nuragico di Sa Fogaia e la tomba dei giganti di Sa Domu e S’Orku, una delle più imponenti dell’isola, adesso a salire

alla ribalta è il Nuraghe a corridoio di sa Conca ‘e Sa Cresia, che si trova vicino all’omonimo pozzo sacro.


Il vetro primario più antico al mondo fu prodotto in Sardegna:


Qui archeologi e studiosi hanno trovato il vetro primario più antico del Mediterraneo e quindi del mondo, datato al radiocarbonio all’incirca 1700 a.C.. Siamo circa

100/200 anni prima dell’Egitto dei Faraoni e dei Fenici.


E’ stata infatti individuata un’area artigianale, interna ed esterna, in cui sono stati recuperati tantissimi reperti, tra di essi spiccano un crogiolo in frantumi per la fusione

del vetro, e numerose tracce di scorie vetrose sparse un po’ ovunque.


Non è la prima volta che addossate ai nuraghi vengono trovate aree produttive, ricordo ad esempio la vasta area industriale sviluppatasi attorno al Nuraghe Sirai

a Carbonia.


La scoperta è della geologa e archeologa Giusi Gradoli, libera professionista con dottorato di ricerca in tecnologie delle ceramiche preistoriche, dell’archeologa

Emily Holt del dipartimento di archeologia dell’università di Cardiff, e del direttore scientifico degli scavi, Mauro Perra.

Una scoperta che adesso potrebbe permettere di retrodatare numerosi prodotti in vetro trovati negli scavi archeologici dell’isola.

Si tratta solo dell’ennesima scoperta effettuata all’interno di questa isola meravigliosa chiamata Sardegna, ancora così poco indagata dagli studiosi di tutto il mondo,

tanto che – in maniera inspiegabile – la sua civiltà per antonomasia, quella Nuragica, non viene neanche studiata nelle scuole italiane.


I Nuragici coltivarono la vite per primi nel Mediterraneo Occidentale ( vedi Sa Osa –OR-)

Furono i Sardi i primi a produrre il vino nel Mediterraneo.


Melone nel Mediterraneo: Nuragici i primi a coltivarlo, 3 mila anni fa in Sardegna


Giganti monte Prama, le più antiche statue a tutto tondo del bacino del Mediterraneo


Capanne Nuragiche coibentate a Teti: Ecco i materiali usati dai nostri avi


Nuragici e Fenici si integrarono a Monte Sirai, lo conferma il DNA


Ceramiche Nuragiche nel cuore del Portogallo, la scoperta!


Moneta Sarda del 300 a.C. ritrovata in Inghilterra!

Fonte:

https://www.sardegnainblog.it/59620/nuragici-primi-a-produrre-vetro/


I  NURAGICI/SHARDANA  ERANO ABILI  NAVIGATORI


Fonte:

https://algherese-sardo.blogspot.com/2015/04/i-nuragici-navigavano.html

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- UN TRIBUTO A PASSATE COLLABORAZIONI CON UN OPERA D'ARTE ''NURAGICO/EGIZIA'' -

Il Gatto di Mont’e Prama è un opera simbolica creata dal movimento MESSAGE dedicata principalmente alla cultura Nuragica/Shardana intrecciata a quella 

Egizia, due popoli estremamente avanzati, propensi entrambe all’innovazione e alla tecnologia, nell’area del Mediterraneo, (giusto per sfatare le dicerie che i Sardi nell’

epoca Nuragica e prè Nuragica non sapessero né progettare, costruire, navigare e tantomeno manipolare a piacimento oggetti e materiali, vedi le recenti scoperte che 

attribuiscono al Nuragico anche la fusione e la manipolazione del vetro o dell’ossidiana ecc).



(il Gatto di Mont’e Prama
A.C. design osserva la piana di sa Marigosa dal misterioso monte Trigu)






Il Gatto di Mont'è Prama è un connubio di
concetti storici del culto Mediterraneo, ma è anche un mix di resine e materiali innovativi,






costituito principalmente al suo interno da materiale ligneo riciclato
è stato internamente sagomato e rivestito da differenti orditure di fibre pregiate e intessute

di Carbonio, Titanio e Kevlar.





Il Gatto di Mont'è Prama è il riassunto di due civiltà progredite che hanno collaborato insieme per raggiungere degli obbiettivi comuni.






IL MISTERO DI MONDI EXTRATERRESTRI E IL CONTATTO CON I NURAGICI


L'incredibile testimonianza di chi ha tramandato queste storie Nuragiche in cui si narra anticamente di contatti telepatici illimitati e universali, attraverso l'utilizzo del rame.

I libri ''i racconti di Nuragheologia''scritti dall'appassionato ricercatore Sardo RAIMONDO DE MURO narrano addirittura di contatti diretti del popolo Nuragico con

 esseri extraterrestri venuti da altri
mondi con condizioni vitali come nella nostra terra, esseri simili alla razza umana ma con la pelle color ''blu''.





Modello tridimensionale A.C. design, replicabile in differenti gadget,





mask e portachiavi identitari attinenti la storia degli uomini ''blu'' venuti in Sardegna.

 



NURAGHE DELLA SARDEGNA PATRIMONIO GLOBALE


MESSAGE XXX
E CONTINUAMENTE ALLA RICERCA DELLA VERITA' E LE RADICI SARDE!

- PERCHE' NON STUDIARE APPROFONDITAMENTE IL PATRIMONIO INESTIMABILE LASCIATOCI DAL POPOLO NURAGICO (I NURAGHE)? -

IL PROGETTO MESSAGE XXX FINO AD OGGI HA FATTO LA SUA PARTE NEL SOCIALE, ORA TOCCA A VOI!

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Per informazioni inerenti il progetto MESSAGE XXX si prega di contattare;

MESSAGE XXX



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